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Aprile 2009, 91mQ ART PROJECT SPACE, BERLINO (DE)

Kristine Alksne, Elena Bellantoni, Antonio Catelani, Ermanno Cristini, Al Fadhil, Marco Giani, Alice Guareschi, Victoria Lucas, Microcollection, Stefania Migliorati, Luca Scarabelli

Foto: Giancarlo Norese

Web: Reebot

A cura di Alessandro Castiglioni

Appunti di Viaggio

                                                                                                

Roaming caratterizza la propria ricerca in relazione a differenti elementi: sicuramente quello dell’identità, dello spazio, del tempo…solo per citarne alcuni.

 

… La questione dell’identità è tra le più stringenti e strettamente connessa con lo status dell’opera d’arte. Infatti Roaming confonde opere e immagini, il lavoro degli artisti invitati e il racconto dei diversi fotografi… inoltre la dimensione della rete, il sito www.roamingart.jimdofree.com, stratifica questo rimescolamento rendendolo critico e problematico, arrivando a far pensare a una dinamica di perdita di autorialità.

 

Beh, poi lo spazio certo… gli interventi di Roaming cercano sempre una relazione morbida, discreta, minimale, con gli spazi che ospitano il progetto che di volta in volta si caratterizzano sempre in modo molto  specifico.

…Grandi spazi industriali riconvertiti, come 91mQ per esempio, un Project Space ricavato in una ex fabbrica di birra della Berlino est,  in cui ciò che cercheremo di ricreare sarà una sorta di senso di spaesamento, in cui una dimensione fluttuante e ambigua troverà la propria ordinata risistemazione, paradossalmente, nella dimensione del web.

 

Giancarlo Norese. A raccontare l’evento abbiamo chiamato questa volta un artista la cui ricerca fa riferimento all’uso della fotografia, soprattutto a livello documentativo rispetto a una dinamica, a una relazione, che è l’artista stesso ad attivare, mettere in moto o semplicemente agire… Dunque la dimensione del viaggio e dello spostamento assume un valore (anche concettuale) fondamentale.

 

Ecco che allora mi sembra sia questo elemento del flusso del tempo a caratterizzare in modo particolare questo appuntamento di Roaming. Un tempo dallo scorrimento diacronico e  disorganico, che si riavvolge su se stesso, che va avanti e torna indietro, che scioglie gli orologi, “tra questa successione senza esteriorità e questa esteriorità senza successione”(H. Bergson).

 

27 febbraio 2008

Alessandro Castiglioni

Nel lavoro di Kristine Alksne la dimensione del tempo si mescola con lo spazio, in una sequenza di enigmatiche forme nere, disegnate direttamente sul muro bianchissimo. Queste strutture raccontano il viaggio, lo sguardo di Kristine rivolto verso il "Cielo Sopra Berlino": infatti l’artista, dopo aver fotografato e riportato su carta lo skyline della città tedesca, ne ha ritagliato la sagoma, andando poi a colorare direttamente a parete, la parte mancante, ovvero quella del cielo, il quale diventa così la personalissima traccia di un passaggio intimo e intenso.


Elena Bellantoni presenta un proprio video, parte di un progetto più ampio, nato ad Atene, che come Roaming si sposta di città in città. Un filo rosso, il "Filo di Arianna" appunto,  si dipana tra le vie della capitale greca legando luoghi, oggetti, esperienze e memorie: seguirlo e riavvolgerlo significa ripercorrere il viaggio dell’artista, un piccolo sfasamento temporale, una narrazione allo stesso tempo reale e interiore.


L’opera di Antonio Catelani è costantemente concentrata sul rapporto tra immagine, struttura e materia. Le opere presentate per Roaming documentano proprio questa tensione plastica e spaziale. Untitled infatti appare come una rete, quasi un misterioso ingrandimento, un elemento microbiologico o un pattern super tecnologico, proiettato tramite diapositiva e stagliato su un muro vissuto, scritto e rovinato; è anche una membrana dunque, capace di entrare in relazione con lo spazio in cui è inserita.


Ermanno Cristini propone una disseminazione di diversi elementi che caratterizzano il suo costante lavoro per Roaming: le piccole farfalle di Butterfly Effect. L’installazione va questa volta a valorizzare gli angoli e gli interstizi, affascinanti e dimenticati, della particolare struttura architettonica di 91mq.


Al Fadhil presenta un intervento dedicato al tema del fluire del tempo, particolarmente intenso ed evocativo. A ciascuno il suo, questa la traduzione italiana di questa piccola opera, un orologio a muro, che va ad integrarsi con altri elementi già presenti nello spazio espositivo (come la vecchia stufa), in cui i numeri risultano essere scritti in ebraico. Uno straniamento percettivo in cui il rapporto tra oggetto e soggetto, scorrimento cronologico e durata interiore, viene impercettibilmente messo in crisi e mutato.


Marco Giani nelle sue installazioni utilizza costantemente media differenti, dal collage, al video, al sonoro. L’articolato progetto presentato per Roaming interpreta la riflessione sul tempo come un’azione di presa di coscienza personale e impegnata, parlando di società e politica, di storie collettive e piccole esperienze individuali


L’opera di Alice Guareschi parla di tempo, flusso, spostamento e cambiamento, in modo semplice, attraverso un’enigmaticità leggera e ludica, che spesso caratterizza il lavoro dell’artista. Infatti questa immagine, una spirale, potente e magnetica,  segna nello spazio la propria presenza attraverso la propria interruzione; il flusso diviene oggettuale nel momento in cui viene interrotto, trasformandosi in immagine e pensiero.


Victoria Lucas ispira il proprio intervento a Butterfly Effect, l’installazione di Ermanno Cristini che da sempre caratterizza gli interventi di Roaming. La continuità tra quotidiano o paradosso è raccontata da questo piccolo elemento, una lampadina in cui viene bloccata una falena, fragile animale notturno, sempre attratto da una luce spesso fatale.


Microcollection è nuovamente presente a Roaming con un intervento dedicato all’identità dell’opera d’arte e la sua riproducibilità: infatti una piccola scatola raccoglie le immagini delle opere dell’ultima mostra presentata dal Museo: Microitalics. Ma le immagini dei lavori, ovviamente vetrini tutti identici tra loro, vivono esclusivamente del nome dell’artista, e della piccola mitologia che a esso è legata.

 

MicroItalics, contiene le fotografie di  15 frammenti acquisiti a Palazzo Grassi a Venezia  nella collettiva Italics: l’arte italiana tra tradizione e rivoluzione 1968-2008, curata da  Francesco Bonami.

Ispiratasi alle parole di Bonami stesso:  “Italics vuole essere un viaggio aperto, un’occasione per sollevare più domande che risposte”, Microcollection  si augura che anche la propria proposta riesca a stimolare qualche domanda tra i visitatori .

Microcollection propone una visione dell’arte leggera, discreta, invisibile


Attraverso piccole trasformazioni e defunzionalizzazioni, Stefania Migliorati trasporta nell’universo artistico una serie di oggetti e strumenti appartenenti a differenti ambiti scientifici e professionali. Così, con sconcerto e ironia, dei delicatissimi attrezzi medici divengono i manici di una strana corda per saltare, un giocattolo sorprendente e surreale.


Luca Scarabelli dedica il proprio lavoro Rosa Americana al tempo e all’assenza. Il pubblico, osservando una pagina strappata da un vecchio manuale di botanica, che dovrebbe documentare fiori e piante, trova il proprio soggetto, la rosa canina, ritagliato e asportato. Muta negazione dell’immagine come sapere oggettivo e incontrovertibile, Scarabelli lascia che sia il desiderio e l’immaginazione a completare il reale che per propria natura risulta essere frammentario e discontinuo.