ROAMING. MANIFESTA 7 “THE REST OF NOW”. TABULA RASA

September 2008, EX ALUMIX, BOLZANO/BOZEN

Emanuele Becheri, Vincenzo Cabiati and Armin Linke, Ermanno Cristini, Microcollection

Foto: Casaluce/Geiger-synusi@

Web: Reebot

A cura di Alessandro Castiglioni

Roaming intreccia le proprie istanze con il progetto Tabula Rasa, curato da Denis Isaia per Manifesta 7 durante la mostra The rest of now negli spazi dell’ex Alumix di Bolzano.

Per questa occasione, Roaming si presenta con una formula diversa, proponendo tre differenti progetti che si alternano nell’arco della giornata-evento e che si concentrano attorno ad alcuni degli aspetti specifici che caratterizzano e accomunano il percorso critico di Roaming e quello di Tabula Rasa. Tre progetti - quello di Emanuele Becheri, quello di Vincenzo Cabiati in collaborazione con Armin Linke ed infine Microcollection – riflettono rispettivamente intorno ai temi del tempo, del rapporto tra realtà e immagine e dello spazio.

Intervento che accompagna le installazioni dei tre artisti invitati è Butterfly effect, opera di Ermanno Cristini. L’installazione nel riproporsi del progetto è sempre presente. Si tratta di un’opera in continuo mutamento e che, vera e propria metafora di Roaming, lega la vita effimera di una farfalla a quella dei nostri eventi che vivono il breve arco di una giornata.

La riflessione fondamentale, da cui è originariamente scaturito Roaming, ha sicuramente a che fare con la dimensione del tempo. La distorsione e compressione dell’elemento temporale, l’accelerazione dell’evento espositivo, della durata di poche ore,  la dilatazione all’infinito dell’esperienza virtuale. L’artista invitato a lavorare attorno a questo discorso è Emanuele Becheri. Release, l’intervento scelto per l’occasione, realizzato nel 2006, è l’unica installazione sonora prodotta dall’artista durante questi anni di approfondita riflessione attorno alla natura del segno e la deautorializzazione dell’opera d’arte. Il suono emesso dalle cuffie sembra così documentare, ma in effetti traccia e ridefinisce, l’immateriale segno lasciato dalle pieghe di un foglio accartocciato:  “nasce così – spiega l’artista - un disegno sonoro tratto dal 'forsennamento' del supporto, che viene registrato nel momento del suo dispiegamento, ovvero del suo "rilascio" e cioè quando la carta, dopo essere stata compressa, si apre naturalmente. Release è una durata e una disarticolazione inattesa di suoni, che manifesta un ipotetico 'disegno' interno del supporto, registrato con l'ausilio di microfoni interni al supporto. Si ottiene così un calco sonoro che assomiglia ad una frammentazione di micro-accadimenti.” 



Di particolare importanza e interesse è l’installazione realizzata da Vincenzo Cabiati con la collaborazione di Armin Linke. Per Tabula Rasa è stato progettato un intervento costituito dalle opere di Cabiati e alcune foto di questi oggetti scattate da Linke; oggetti e foto che verranno tautologicamente rifotografati per Roaming. Un’operazione questa che concentra la propria attenzione non solo sulla particolare eleganza delle opere di Cabiati e sulla particolare efficacia di una narrazione fotografica intima e personale, ma si tratta più in generale di una riflessione sulla natura dell’opera d’arte, dell’oggetto artistico. Cosi come avviene in Roaming, dove all’opera esposta in mostra si sostituisce tempestivamente il suo simulacro, la sua immagine, catapultata nella rete. Una riflessione concettuale dunque, volta così a dispiegare la dinamica del progetto che la ospita.

In questo caso Butterfly Effect interseca gli interventi degli altri tre artisti lungo tutto l’arco della giornata, percorrendo lo spazio di Tabula Rasa secondo tre diversi allestimenti che scandiscono i tre momenti di Roaming a Manifesta 7.

E’ un modo di rapportarsi allo spazio e al tempo con una presenza discreta, fatta di addizioni e sottrazioni e che attraversando il lavoro degli altri artisti vi aderisce quasi come una sfasatura e un anacronismo.


Altra riflessione riguarda il rapporto con lo spazio. Gli interventi di Roaming sono sempre discreti, minimi, spesso nascosti ed entrano in profonda relazione che lo spazio espostivo in modo spesso invisibile. Per questa ragione è stato nuovamente invitato a partecipare il Museo portatile Microcollection. Microcollection celebra 18 anni di attività museale con una personale del grande maestro Anish Kapoor,  inconsapevole ispiratore del micro museo.  Multipli di frammenti delle opere Void Field e Madonna in visione a microscopio sul lungo tavolo di Tabula Rasa. Microcollection sostiene il pensiero di  Kapoor stesso: “Gli artisti non creano oggetti. Gli artisti creano mitologie”.