FILOSOFIA DELLE PICCOLE COSE

Gennaio 2009, LA RADA CENTER FOR CONTEMPORARY ART, LOCARNO (CH)

Kristina Braein, Umberto Cavenago, Ermanno Cristini, Microcollection, Riccardo Paracchini, Gabriele Porta, Luca Scarabelli.

Foto: Miriam Steinhauser

Web: Reebot

A cura di Alessandro Castiglioni

Gli interventi di Roaming hanno come caratteristica fondamentale quella di relazionarsi con lo spazio in modo particolarmente discreto, morbido, interstiziale. 

La mostra del diciassette Gennaio presso La Rada di Locarno non può far altro che seguire questa direzione, andando ad amplificare la natura particolarmente connotata del luogo che ospita l'evento: una ex scuola elementare ora trasformata in un centro per l'arte contemporanea. 

Da qui la scelta di invitare artisti le cui ricerche, pur essendo profondamente differenti tra loro, si muovano verso la relazione con uno spazio che ha tra le sue caratteristiche peculiari, quella di essere estremamente riconoscibile, legato ad una realtà quotidiana e  semplice. Quotidianità ordinaria che è stata poi radicalmente trasformata ridestinando l'uso del luogo, spostando il senso dello spazio. 

Ecco, gli artisti invitati applicano alle proprie operazioni la stessa prospettiva concettuale, quella dello “spostamento di senso” rispetto ad alcuni elementi e dinamiche  propri della nostra  stringente quotidianità. Una sorta di filosofia delle piccole cose dunque, uno sguardo critico sulla nostra vita di tutti i giorni. E sottolineo critico perché consiste di una scelta, una selezione di un particolare aspetto, il prelievo di un frammento, a cui corrisponde poi una profonda risignificazione che restituisce a tutti noi una realtà nuova, differente, forse anche un po' più consapevole.

Le installazione di Kristina Braein si caratterizzano per lievissimi spostamenti. Il nostro universo quotidiano, quello degli oggetti più comuni, viene ridisegnato dall’artista attraverso ribaltamenti di forme, funzioni e  dunque significati. Queste piccole trasformazioni, queste inaspettate risignificazioni, gettano un nuovo sguardo sulle “cose di tutti i giorni” mettendo in crisi la comune percezione della realtà, anche più banale.


Il lavoro di Umberto Cavenago è estremamente potente e riconoscibile. Le sculture e le installazioni che realizza intrecciano vocazione artistica e progettazione tecnologica, fondono un’estetica di gusto minimale  con stranianti elementi di matrice industriale, capaci di conferire a ogni intervento fascino ed enigmaticità.


L’estetica del quotidiano e delle piccole cose è caratteristica delle più recenti ricerche di Ermanno Cristini che in un continuo gioco di rimandi tra realtà e finzione, verità e mimesi, installa i propri interventi con particolare attenzione a una dimensione interstiziale che valorizzi le particolari connotazioni dello spazio espositivo.


Microitalics è un intervento di Microcollection molto preciso e definito. Di fatti l’operazione, prendendo spunto dalla mostra attualmente allestita a Palazzo Grassi a Venezia Italics. Arte italiana tra tradizione e rivoluzione, 1968-2008, presenta una propria selezione di opere ed artisti che hanno segnato l’arte tra il ‘68 ed il 2008 in Italia, ripensando le scelte di Francesco Bonami, con l’intelligente ironia che caratterizza gli interventi  del nostro micromuseo.


La  ricerca iconografica di Riccardo Paracchini ha spesso i tratti metodici e analitici caratteristici delle esperienze più storiche dell’arte concettuale. Alla Rada l’artista presenta una scelta di vasi di fiori che da anni instancabilmente continua a dipingere, raccontando, anche e soprattutto attraverso il rimescolamento di diversi supporti, uno sguardo svuotato di qualsiasi connotazione contingente, teso verso l’Idea e verso il metafisico.


L’intervento di Gabriele Porta si caratterizza in modo sintomatico per ricerca iconografica e stratificazione di significato. L’installazione infatti, inizialmente pensata come una struttura compatta e qui riallestita per l’occasione, mescola volti tratti da immagini sacre e da film pornografici, alludendo sottilmente ad una evidente analogia tre la diverse espressioni dei soggetti scelti. Lasciando così lo spettatore sospeso tra stupore, divertimento e disorientamento.


Luca Scarabelli negli spazi della Rada  presenta un intervento nato dall’abbinamento di due elementi di differente origine. Gli oggetti, semplicissimi (come un piccolo panno ricamato), caratteristici della produzione dell’artista sono allestiti all’interno di una bacheca storica ritrovata nei magazzini della ex scuola. Il risultato è un’istallazione poetica e malinconica, in bilico tra ermetismo e spunti narrativi.