ROAMING.DUEDINOVEMBRE

Novembre 2008, ARTINTOWN, TORINO

Ermanno Cristini, Marco Paganini, Luigi Presicce, Daniel Rothbart

Foto: Francesco Licata, Julia Krahn

Web: Reebot

A cura di  Alessandro Castiglioni, Francesca Marianna Consonni, Lorena Giuranna

Dopo le tappe di Assab One a Milano, il Museo di St Denis a Parigi e l'intervento all' Ex Alumix di Bolzano per Manifesta 7,  Ermanno Cristini e Alessandro Castiglioni, ideatori di Roaming, collaborano per l'occasione con Francesca Marianna Consonni e Lorena Giuranna, ad un evento che amplifica l'evidenza immateriale del progetto, proponendo una mostra non visitabile dal pubblico, se non durante il suo allestimento.

Negli spazi di Artintown, nel centro di Torino, verrà infatti allestita una mostra, dedicata ai cari estinti, al loro ricordo ed alla loro particolare presenza - assenza, attraverso una serie di interventi che resteranno esposti, per queste entità immateriali a cui l'evento è offerto, nella giornata di apertura effettiva della mostra, cioè Domenica 2 Novembre. La mostra sarà pertanto visitabile - per noi viventi, s'intende - solo durante il suo allestimento, Sabato 1 Novembre e, come di consueto, nella formula mediata dalla rete, caratteristica peculiare del progetto Roaming, al sito www.roaming-art.it.

Proprio in occasione della giornata di ricordo dei propri cari, risignificando attraverso la pratica artistica un antico e radicato rito religioso - secondo cui il Primo di Novembre si debba preparare un banchetto che il giorno successivo possa essere consumato solamente dalle anime dei propri cari defunti - i curatori propongono, in un rapporto di continuità tra cultura popolare ed arti contemporanee, una mostra puntualmente allestita il Primo di Novembre, che nella giornata successiva sia fruibile, come da tradizione, solo dai morti, nella festa a loro dedicata.

Gli artisti invitati al progetto Duedinovembre, presentano interventi che per forza espressiva e poetica entrano in relazione con questa particolare riflessione proposta.

Marco Paganini, Luigi Presicce e Daniel Rothbart*, propongono, ognuno con la propria cifra stilistica, interventi installativi e che introducono al suono, allo spazio, al gesto sciamanico, e in cui, accanto all'estetica legata a materiali come il vetro, il legno e l' acciaio, abbia luogo la ritualità della meticolosa costruzione, o dell'utilizzo.

A completare il tutto, il lavoro di Ermanno Cristini, sempre presente nei diversi appuntamenti di Roaming, vera e propria metafora della vita effimera e multiforme del progetto. In questo caso l'immagine della farfalla si carica di ulteriori significati evocando credenze popolari che la consideravano simbolo dell'anima che esce dal corpo.

Butterfly Effect è un’opera in continuo mutamento, sempre presente nei diversi appuntamenti di Roaming in quanto vera e propria metafora della vita effimera e multiforme del progetto.

In questo caso, in coincidenza con il giorno dei morti, l’immagine della farfalla si carica di ulteriori significati evocando credenze popolari che la consideravano simbolo dell’anima che esce dal corpo. A rafforzare tali valenze l’installazione ad Artintown si disegna secondo un percorso circolare chiamando in causa la simbologia del cerchio che nella tradizione rimanda allo spirito e all’immaterialità dell’anima. Inoltre il cerchio è collegato al ciclo perenne della vita; figura geometrica nella quale non è dato distinguere il principio dalla fine, simbolo dell'eternità e della continuità tra vita e morte.


Il lavoro di Marco Paganini è spesso riferito agli spetti più lievi, intimi e nascosti della vita, ovvero quei fatti che sprigionano in essa un'intensa energia emozionale, senza l'apparenza di alcun peso fisico: i segreti, i sogni, le visioni,la ricerca, la speranza. Il letto di vetro preparato in omaggio al giorno dei morti è un giaciglio fragile e affettuoso, teso tra la crisi e lo slancio, tra il crollo ed il cielo e carico solo di sè. La sua forma ibrida tra letto e nave ne sottolinea la doppia natura, di luogo  e tramite,  veicolo per l' immateriale.



Per Luigi Presicce il due di novembre è come il Santo Natale. Attesa, religiosità, rito e bellezza da offrire all'aldilà. Con la tensione sciamanica che contraddistingue il lavoro dell'artista, da sempre rivolto a tutti quegli aspetti antropologici che indicano le corrispondenze tra l'umano e il divino, si è scelto per la mostra un intervento che è insieme scultoreo e performativo.

Da tempo Presicce pensava alla farina di castagne. Di qui la volontà di costruire un mortaio (parola non casuale, fa notare Luigi in una sua mail), un mortaio da vate, con sonagli e piume per il mazzuolo, e il recipiente ottenuto da un tronco d’albero scavato. Poi il pensiero di utilizzare lo strumento durante la mostra per ottenere, dalle castagne, la farina. Infine la creazione di una maschera e un costume, bianchi come la purezza o come l'immaterialità. Il performer deve indossarli e utilizzare il mortaio, animando l’installazione. Lo strumento di lavoro si trasforma così in strumento musicale e rituale, che richiama il pubblico con la sua intensità sonora, a ritmi regolari di due ore. Il resto del tempo è allestito a mo’ di installazione, visibile in tutta la sua potenzialità.

Il fascino della scultura di Daniel Rothbart, silenziosa ed ordinata, si posa tra le pieghe del  metallo finemente plasmato e lavorato. A partire dalle sue più conosciute opere fino alle installazioni più recenti, nel percorso di Rothbart si fondono culture lontane e attuali, le radici ebraiche e la cultura visiva occidentale contemporanea, la filosofia Zen e l’improvvisazione Fluxus.

Una delle riflessioni più interessanti attorno alla scultura, proposte dall’artista Newyorchese, risiede nel progetto Meditation / Mediation. I semplici oggetti realizzati dall’artista sono contenitori di diverse dimensioni che ricordano piccole ciotole utilizzate da civiltà arcaiche, simbolo di meditazione e spunto per invitare chiunque si trovi di fronte ad  esse a toccarle, viverle, entrarci in relazione.